Tematica Musica classica e moderna

Madama Butterfly (Opera)

Madama Butterfly (Opera)

Lit.: Adolf Hohenstein (1904)
(da it.wikipedia.org)

Nome: Madama Butterfly (Opera)

Notizie: Madama Butterfly è un'opera in tre atti (in origine due) di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto "tragedia giapponese" e dedicata alla regina d'Italia Elena di Montenegro. La prima ebbe luogo a Milano nell'ambito della stagione di Carnevale e Quaresima del Teatro alla Scala, il 17 febbraio 1904. Puccini scelse il soggetto della sua sesta opera dopo aver assistito al Duke of York's Theatre di Londra, nel luglio 1900, all'omonima tragedia (Madame Butterfly) in un atto di David Belasco, a sua volta tratta da un racconto dell'americano John Luther Long dal titolo Madam Butterfly, apparso nel 1898. Iniziata nel 1901, la composizione procedette con numerose interruzioni: l'orchestrazione venne avviata nel novembre del 1902 e portata a termine nel settembre dell'anno seguente e soltanto nel dicembre 1903 l'opera poté dirsi completa in ogni sua parte. Per la realizzazione del dramma Puccini si documentò senza sosta e minuziosamente sui vari elementi orientali che ritenne necessario inserirvi. Lo aiutarono particolarmente una nota attrice giapponese, Sada Yacco, e la moglie dell'ambasciatore nipponico con la quale parlò in Italia facendosi descrivere usi e costumi dell'affascinante popolo orientale. I costumi al debutto alla Scala di Milano furono disegnati da Giuseppe Palanti. La sera del 17 febbraio 1904, nonostante l'attesa e la grande fiducia dei suoi artefici in Rosina Storchio, all'apice della sua carriera, Giovanni Zenatello e Giuseppe De Luca oltre che nella direzione di Cleofonte Campanini, grande talento che aveva preparato l'opera con molta cura, la Madama Butterfly cadde clamorosamente al Teatro alla Scala di Milano. Il tragico clima di questo storico fiasco è efficacemente descritto da una delle sorelle di Puccini, Ramelde, in una lettera al marito: «Alle due siamo andati a letto e non posso chiudere occhio; e dire che tutti eravamo tanto sicuri! Giacomo, poverino, non l'abbiamo mai veduto perché non si poteva andare sul palcoscenico. Siamo arrivati in fondo non so come. Il secondo atto non l'ho sentito affatto e, prima che l'opera finisse, siamo scappati dal teatro.» Considerato che la versione di Milano era poco differente rispetto a quella che sarà presentata poco dopo a Brescia, accolta trionfalmente e poi passata in repertorio, è difficile dar ragione del fiasco milanese. Molti studiosi, tra cui il direttore d'orchestra Pinchas Steinberg, oltre che Giulio Ricordi e Puccini stesso, ritengono che attorno all'autore e all'opera fosse stato costruito ad arte un clima d'ostilità, poi sconfitto dal palese valore dell'opera. L'ipotesi del complotto è confermata anche dalle sensazioni di Puccini, che scrivendo all'amico Camillo Bondi riferì d'una ubriacatura d'odio nell'ambito della quale si dovette tenere la prima scaligera: «con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio. Non ascoltarono una nota quei cannibali. Che orrenda orgia di forsennati, briachi d’odio. Ma la mia Butterfly rimane qual è: l’opera più sentita e suggestiva ch’io abbia mai concepito. E avrò la rivincita, vedrai, se la darò in un ambiente meno vasto e meno saturo d’odi e di passioni» - così come dalla cronaca di Giulio Ricordi, stilata poche settimane dopo: «Grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate, i soliti gridi solitari di bis fatti apposta per eccitare ancor di più gli spettatori, ecco, sinteticamente, qual è l’accoglienza che il pubblico della Scala fa al nuovo lavoro del maestro Giacomo Puccini. Dopo questo pandemonio, durante il quale pressoché nulla fu potuto udire, il pubblico lascia il teatro contento come una pasqua!» Il fiasco spinse autore e editore a ritirare immediatamente lo spartito, per sottoporre l'opera ad un'accurata revisione che, attraverso l'eliminazione di alcuni dettagli e la modifica di alcune scene e situazioni, la rese più agile e proporzionata. Puccini inserì anche una nuova aria per Pinkerton, «Addio, fiorito asil». Una delle più importanti modifiche è tuttavia puramente musicale e riguarda la linea vocale dell'aria del suicidio di Butterfly. Nella nuova veste, Madama Butterfly, interpretata da Solomiya Krushelnytska e Zenatello diretta da Campanini, venne accolta entusiasticamente al Teatro Grande di Brescia appena tre mesi dopo, il 28 maggio, e da quel giorno iniziò la sua seconda, fortunata esistenza. Al Teatro Regio di Torino, avviene la prima rappresentazione nella terza versione, il 2 gennaio 1906 con la Krushelnytska diretta da Arturo Toscanini; successivamente viene allestita anche negli anni: 1914, 1931, 1936, 1941, 1950, 1952, 1955, 1958, 1965, 1970, 1972, 1973, 1978, 1983, 1985, 1996, 1999, 2010, 2012 e 2014. La partitura e gli effetti scenici vengono ulteriormente ritoccati da Puccini fino al 1907, prima per la rappresentazione dell'opera al Royal Opera House, Covent Garden di Londra il 10 luglio 1905, poi per quella del 1906 al Théâtre National de l'Opéra-Comique di Parigi. Al Metropolitan Opera la premiere è l'11 febbraio 1907 con Geraldine Farrar, Enrico Caruso, Louise Homer ed Antonio Scotti alla presenza del compositore e da allora è stata rappresentata ottocentoquarantuno volte risultando la sesta opera maggiormente eseguita. Al Royal Lyceum Theatre di Edinburgo debutta il 9 ottobre 1907 ed al Theatre Royal di Glasgow il 15 ottobre 1907 per la Moody-Manners Opera Company. Al Teatro dell'Opera di Roma va in scena il 25 marzo 1908 con Giuseppe De Luca. Al Teatro La Fenice di Venezia debutta l'8 gennaio 1909 diretta da Antonio Guarnieri. Il 12 novembre 1909 avviene la prima rappresentazione nel Königlich-Sächsisches Hoftheater (Semperoper) di Dresda. Al Theatre Royal di Sydney debutta il 26 marzo 1910. Nel 1920 Puccini tornò nuovamente sulla partitura, ripristinando nel primo atto un assolo di Yakusidé, lo zio ubriacone della protagonista. È possibile che il cambiamento fosse anche mirato a combattere la prassi di tagliare un breve episodio in concertato, che nella versione del 1907 era rimasto l'unico brano a cui prendeva parte lo zio Yakusidé. Tagliandolo, i teatri evitavano di scritturare un cantante. L'editore Ricordi non pubblicò mai la nuova versione, col risultato che oggi l'arietta non viene eseguita e, soprattutto, il concertato continua ad essere quasi sempre tagliato. Alla San Francisco Opera va in scena il 26 settembre 1924 diretta da Gaetano Merola. Al Teatro Verdi (Trieste) va in scena nel 1939 con Licia Albanese e Mario Filippeschi diretta da Gabriele Santini. Nel 1941 avviene la prima rappresentazione al Teatro Puccini di Milano con Mario Del Monaco. Per il Wiener Staatsoper la premiere avviene il 20 giugno 1945 al Wiener Volksoper diretta da Josef Krips e da allora ha avuto cinquecentoquarantasette rappresentazioni. A Bilbao va in scena nel 1953 con Rosetta Noli. All'Opera di Santa Fe (Nuovo Messico) va in scena negli anni 1957, 1959, 1963, 1965, 1968, 1972, 1987, 1996, 1998 e 2010. All'Opera di Chicago va in scena nel 1958 con Renata Tebaldi, Giuseppe Di Stefano e Cornell MacNeil diretta da Kiril Kondrashin. Al Festival lirico areniano debutta nel 1978 e va in cartellone per dodici stagioni risultando la nona opera maggiormente eseguita. All'Opéra national de Paris la prima rappresentazione è nel 1978. Al Grand Théâtre di Ginevra va in scena nel 2013. Nel 2014 la recita del Regio di Torino, a riprova dell'attualità del titolo, è stata trasmessa in diretta HD nei cinema di tutto il mondo, in Italia in più di ottanta sale cinematografiche ed in contemporanea su Rai Radio 3. L’opera è andata anche in onda, in differita, su Rai 5 ed è stata vista da 97.000 spettatori. Trama: sbarcato a Nagasaki, Pinkerton (tenore), ufficiale della marina degli Stati Uniti, per vanità e spirito d'avventura si unisce in matrimonio, secondo le usanze locali, con una geisha quindicenne di nome Cio-Cio-San (giapponese: Chocho-san), termine giapponese che significa Madama Farfalla, in inglese Butterfly (soprano), acquisendo così il diritto di ripudiare la moglie anche dopo un mese; così infatti avviene, e Pinkerton ritorna in patria abbandonando la giovanissima sposa. Ma questa, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato da quelle nozze, continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato. Pinkerton infatti ritorna dopo tre anni, ma non da solo: accompagnato da una giovane donna, da lui sposata regolarmente negli Stati Uniti, è venuto a prendersi il bambino, della cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless (baritono), per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Soltanto di fronte all'evidenza dei fatti Butterfly comprende: la sua grande illusione, la felicità sognata accanto all'uomo amato, è svanita del tutto. Decide quindi di scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore; dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si uccide (secondo l'usanza giapponese denominata jigai) con un coltello tanto donatole dal padre.


Stato: Great Bernera - Scotland

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